Abbiamo tutto dentro di noi.
prof. Lino Sartori | Filosofo
Se potessimo osservare la nostra Terra dall’alto, o anche solo le nostre città e le strade da un aereo – come quando, ad esempio, si sta per atterrare all’aeroporto di Toronto – vedremmo un brulicare incessante di persone e cose in movimento, una specie di formicaio dove tutti si muovono, si incrociano, si mescolano e vanno, vanno continuamente. Dove? Verso quale meta? Non si capisce bene, tanta è la confusione e il va e vieni di ognuno. Se, poi, scendiamo dal nostro aereo e ci immergiamo in mezzo a questa onda umana, fatta di cose e di persone, la situazione non cambia, nel senso che non si capisce bene dove si stia andando. Tutti sono di fretta, tutti hanno i minuti contati, tutti hanno i loro propri business da inseguire e compiere. Nemmeno di notte, con il buio, le cose cambiano: luci, fari, lampioni, luminarie che tagliano come una lama lancinante la calma che almeno di notte si spererebbe di trovare.
Siamo così, ci siamo costruiti questo tipo di andatura e di società e nemmanco sappiamo più come fermarci. È come se fossimo presi da un fuoco interiore che ci brucia e ci fa andare avanti, avanti, sempre più avanti. Ma verso dove? E, soprattutto, per quale motivo? La stessa cosa succede con il rumore: baccano dappertutto, generato da ogni tipo di mezzi. Perfino i cellulari si sono messi ad aumentare questa confusione: non puoi stare in silenzio in nessuno luogo perché troverai sempre qualcuno che è connesso, come si dice oggi, cioè che sta parlando con qualcun altro e non si cura di rispettare il silenzio.
Mi vengono in mente queste riflessioni mentre leggo una straordinaria preghiera, che mi sono portato dalla mia esperienza in terra d’Africa, una preghiera che è una poesia e che dice così:
“In tutta la vita il silenzio dice Dio, tutto ciò che è sussulta per essere suo; siate la voce del silenzio che mai cessa di lavorare dentro; coltivate, anzi, covate la vita perché è questa che loda Dio! Non dite una sola parola perché tutto parla di Lui; tutto preme per cantare Lui; non avete forse un mondo immenso dentro di voi? Fatevi prendere dall’inno dell’universo: voi avete tutto dentro di voi per adorare!”
Anche per il nostro mondo indaffarato vale questa poesia, anzi, soprattutto per questo nostro mondo pieno di malattie e angosce che sono generate non dal nostro corpo fisico, ma dal nostro corpo psichico, interiore. Siamo malati dentro. Ricordate la frase di Cristo: “Non è quello che entra nel nostro corpo che fa stare male, ma quello che esce dal nostro corpo”.
È la nostra irrequietezza che non ci dà pace, non ci lascia respirare, non ci fa godere quello che abbiamo e soprattutto quello che siamo.
Chi, oggi, invita a stare calmi, a rallentare l’andatura, a guardarsi dentro, a sentire il ritmo del nostro respiro e del battito del nostro cuore? Chi mai si ferma anche solo per rendersi conto di come noi siamo fatti, di come funziona il nostro organismo? Chi si rende conto che il nostro corpo fisico è una macchina perfetta? Ripeto: una macchina perfetta!
Malattie e dolori non sono il segnale che il corpo è fatto male, tutt’altro!
Sono il segnale che noi non abbiamo saputo gestire bene il corpo; sono dei campanelli d’allarme che ci avvisano che qualcosa sta succedendo.
Ma noi abbiamo il tempo per ascoltare questi campanelli? Soprattutto, siamo consapevoli e preparati a percepire questi campanelli? Il corpo ci manda di continuo i suoi messaggi, ma finché noi siamo sintonizzati su altre lunghezze d’onda, ovviamente questi messaggi non arrivano e li percepiamo solo quando è molto tardi. Non è solo al corpo fisico che ora mi riferisco; vorrei far riflettere sul nostro corpo interiore, quello psichico, mentale, spirituale. Siamo dotati di una straordinaria energia che ci tiene legati gli uni agli altri e con tutte le cose del creato. Noi siamo biologicamente, oltre che spiritualmente e moralmente, legati gli uni agli altri; siamo fatti per stare assieme, per essere in relazione profonda con i nostri simili e con tutti gli esseri viventi e non. È quello che esprime meravigliosamente anche San Francesco con il suo stupendo Cantico delle creature, composto attorno al 1226:
È uno stupendo inno a Dio per averci dato questo universo, che l’uomo, attraverso i secoli, con la ricerca scientifica e con l’arte, ha cercato di capire sempre meglio, fino a dirci che tutto è fatto primariamente di energia. La materia, quella che tocchiamo con mano, è solo il 4 per cento di tutta la nostra realtà: il resto è energia, cioè forza, spirito. Siamo fatti di spirito prima ancora che di materia. E Dio non è esso stesso spirito, anzi puro spirito? Quindi siamo fatti per stare in relazione con Lui: siamo simili a Lui! Dentro di noi abbiamo tutte le risorse per stare connessi con Lui: ma dobbiamo attivarle queste risorse, prima di tutto imparando a ringraziare per quello che siamo.